Sostenibilità

La moda e l’agricoltura rigenerativa

Dalla riduzione degli impatti negativi alla generazione di impatti positivi

Investire nell'agricoltura rigenerativa è l'ultima tendenza nella moda. Ma cosa la distingue dalla più tradizionale agricoltura biologica?

 

L'approccio trasformativo dell'agricoltura rigenerativa va oltre l’obiettivo di mitigare gli impatti negativi, come fa l'agricoltura biologica, ma vuole contribuire al ripristino della salute del suolo, all'aumento della biodiversità e alla riduzione della quantità di CO2 nell'atmosfera. In breve, si tratta di riparare, ripristinare e ravvivare, più che limitarsi a minimizzare i danni. Alla base dell'agricoltura rigenerativa ci sono 5 principi fondamentali.

 

Coltivare la salute del terreno. Un suolo sano è il fondamento di ecosistemi floridi e resistenti. Tecniche di coltivazione che richiedono lavorazioni superficiali dei terreni a ridotte profondità, o l’arricchimento della biomassa microbica e della componente organica del terreno contribuiscono a migliorare la struttura del suolo, la ritenzione dell'acqua e il ciclo dei nutrienti. L'agricoltura rigenerativa genera un legame reciprocamente vantaggioso tra le piante e i microorganismi del suolo.

 

Preservare o incrementare la biodiversità. La biodiversità è fondamentale per l'equilibrio degli ecosistemi. Con l'introduzione di colture diverse e l'integrazione di piante autoctone, gli agricoltori stabiliscono un sistema agricolo più resistente e adattabile. La biodiversità funge da meccanismo naturale di controllo di parassiti e malattie, favorisce una impollinazione efficace e contribuisce alla stabilità dell'ecosistema.

 

Gestire sostenibilmente le risorse idriche. La raccolta delle acque piovane, l’aratura dei pendii seguendone i contorni e l'uso di coperture arboree migliorano il deflusso e l'infiltrazione dell'acqua nel terreno potenziando la capacità del suolo di trattenere l'acqua. Ottimizzando l'uso dell'acqua, l'agricoltura rigenerativa contribuisce alla salute dei bacini idrografici e attenua gli effetti di siccità e inondazioni.

 

Gestione agricola del carbonio. I suoli sani agiscono come serbatoi di carbonio, catturandolo e trattenendolo. La semina di copertura, l'agroforestazione e il pascolo a rotazione riducono la CO2 in atmosfera contribuendo a contrastare i cambiamenti climatici.

 

Integrazione degli animali nell'agricoltura rigenerativa. La rotazione dei pascoli è vantaggiosa sia per l'ambiente che per gli animali. Agevola il naturale rinnovamento dei pascoli, mitiga il sovrapascolamento e migliora la salute del suolo. Il legame mutualistico tra piante e animali migliora il ciclo dei nutrienti, promuovendo la resilienza complessiva dell'ecosistema.

 

L’origine agricola di molte fibre tessili sta facendo emergere l'agricoltura rigenerativa come un termine prominente nelle discussioni sulla moda sostenibile. Marchi come Gucci, Bottega Veneta, Balenciaga e Alexander McQueen di Kering, così come Patagonia e The North Face, stanno orientando le proprie strategie verso progetti di agricoltura rigenerativa.

 

Tuttavia, la connessione tra agricoltura rigenerativa e moda non è esente da controversie. Queste si concentrano sulla mancanza di definizioni e standard universalmente condivisi, sulla mancanza di linee guida per la certificazione o verifica delle affermazioni dei marchi, sulla scalabilità e sull'impatto complessivo dell'agricoltura rigenerativa sull'industria della moda. Inoltre, i critici sostengono che senza filiere di approvvigionamento trasparenti e tracciabili, è difficile verificare se i materiali etichettati come prodotti da agricoltura rigenerativa rispettino veramente gli standard specificati. Ultimo ma non meno importante, la transizione all'agricoltura rigenerativa richiede cambiamenti sostanziali nelle pratiche agricole, che possono essere difficili e costosi.

 

L'emergere del concetto di agricoltura rigenerativa fa oggi sembrare già obsoleta la parola "sostenibile": "Non dobbiamo essere sostenibili, dobbiamo essere rigenerativi". Come ha dichiarato Eileen Fisher a Vogue: "Nella moda, piuttosto che limitarci a inquinare meno o causare meno danni, possiamo effettivamente cominciare a pensare di rivitalizzare la terra".