Sostenibilità

Il packaging e la sostenibilità nella moda

Non solo abiti. Le molte facce della sostenibilità.

Il packaging genera in Italia ogni anno 217kg di rifiuti pro-capite (dati Eurostat riferiti al 2017) poco più del triplo del peso medio di un italiano adulto. L’Italia è al terzo posto in Europa per volume di rifiuti generato dal packaging e viene subito dopo la Germania (227kg pro-capite) e il Lussemburgo, primatista assoluto con 231kg pro-capite.

 

Nella moda si possono distinguere tre diverse tipologie di imballaggi: il packaging al cliente, quello per la logistica B2B e quello che potremmo definire accessorio.

Il packaging al cliente include articoli come scatole di carta, cartone o plastica, shopping bags in carta plastica o tessuto, appendini, spesso in plastica, metallo o altri materiali, nastri, veline di carta, flanelle in tessuto per borse e scarpe, in qualche caso copriabiti. Il packaging per la logistica comprende soprattutto appendini, cartoni, pallets in legno e, particolarmente importante le polybag copriabiti. Quelli che definiamo come accessori sono principalmente etichette, cartellini e gadget per il cliente, che a rigore non costituiscono un imballaggio, ma “viaggiano” con esso e, soprattutto, assieme all’ imballaggio finiscono tra i rifiuti. La gamma dei materiali è ampia, ma ampie sono anche le possibilità di riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi.

 

Per alcuni dei materiali si sono già fatti dei passi in avanti, esempi sono carta, cartone e legno con la diffusione di standard come FSC o PEFC che garantiscono che i materiali originano da risorse naturali coltivate e raccolte in modo responsabile, ma anche in questo caso molto si può fare per migliorare la riciclabilità, ad esempio evitando coatings che ne impediscono appunto il riciclo.

 

Per altri materiali invece si è ancora all’inizio di un percorso. Un caso interessante è quello delle polybag, i copriabiti in polietilene – plastica quindi - trasparenti, una presenza ubiqua nel fashion business, che i produttori di abbigliamento utilizzano per proteggere gli abiti in tutti i trasporti, fino al negozio. È un materiale che unisce davvero quasi ogni tipo di marchio, da quelli di lusso, all'abbigliamento sportivo, al fast fashion. Si stima si consumino ogni anno circa 200 miliardi di polybag.

 

E’ anche un caso in cui la plastica è difficilmente eliminabile, le polybag non sono superflue, sono anzi fondamentali per proteggere i capi – e quindi anche per garantirne l’integrità - in una catena di fornitura complessa come quella della moda. Hanno d’altro canto un grande vantaggio: sono facilmente riciclabili in un ciclo chiuso e, se riciclate, ridiventano polybag di qualità. Ovviamente ad alcune condizioni. La prima è puramente logistica: i marchi e i negozi devono gestirne in modo efficace la raccolta e conferirli a riciclatori qualificati; la seconda è che la riciclabilità del polietilene non sia compromessa da ostacoli come contaminazioni, uso di collanti o etichette non separabili facilmente dal polietilene.

 

Un progetto per migliorare la riciclabilità delle polybag è stato lanciato quest’anno da Fashion for Good in collaborazione con Adidas, C&A, Kering, Otto Group e PVH Corp.