L’evoluzione sostenibile dei materiali naturali
Mercato - MU Sustainable Innovation

L’edizione 2020 del Rapporto “Preferred Fiber & Materials” pubblicata da Textile Exchange (T-E), una organizzazione non-profit che opera su scala globale in stretta collaborazione con l’industria, fa il punto sull’evoluzione verso la sostenibilità dei materiali utilizzati dall’industria tessile. Si riporta qui una sintesi estrema di alcune conclusioni del rapporto, riguardanti i materiali di origine naturale.

 

Il cotone

Il Rapporto sottolinea che i cotoni coltivati secondo programmi che ne migliorano la sostenibilità -T-E li definisce “cotoni da preferire” in opposizione ai “cotoni convenzionali” - sono arrivati a contare per il 25% del mercato totale del cotone, realizzando un progresso più rapido  rispetto alla maggior parte degli altri materiali. I driver chiave sono l'esistenza di numerosi programmi consolidati. I programmi inclusi da T-E tra i ”cotoni da preferire” sono, in ordine alfabetico: Brazilian Responsible Cotton program (ABRAPA), BASF e3, Better Cotton Initiative (BCI), Cleaner Cotton, Cotton made in Africa(CmiA), Fairtrade, Fairtrade Organic, Field to Market, In-Conversion Cotton (Transitional in USA), ISCC, myBMP, Organic Cotton, REEL Cotton, Regenerative Cotton, and the United States Cotton Trust Protocol. 72 marchi e gruppi della moda, tra cui Adidas, C&A, IKEA, H&M, Levi’s, Kering, Burberry, G-Star Raw, Eileen Fisher, Marks&Spencer, Nike, Timberland, hanno sottoscritto un impegno ad accrescere significativamente la quota di cotone “da preferire” nelle loro collezioni.

 

La lana

La lana convenzionale domina il mercato della lana, ma l'adozione di programmi di lana non-mulesing e maggiormente attenti alla sostenibilità, come il Responsible Wool Standard (RWS), è in aumento. L’attenzione alla sostenibilità si è esteso a nuovi ambiti grazie a programmi di allevamento che prevedono non solo il benessere degli animali ma anche la definizione di criteri di utilizzo responsabile del territorio e di uso del suolo. Questo salto in avanti apre la strada alla soluzione agli impatti negativi dell’allevamento ovino sull’ambiente e ai potenziali rischi che, in alcune regioni, pone alla conservazione della biodiversità. L'uso della lana riciclata è un'altra leva chiave, è una soluzione che ha una lunga tradizione, ma che oggi rappresenta la quota molto bassa del mercato, ma con un potenziale di sviluppo importante.

 

La piuma

Ogni anno vengono prodotte 270mila tonnellate di piuma per imbottiture, tra il 70% e il 90% sono prodotte in Cina. La consapevolezza delle problematiche legate al benessere degli animali nella catena di approvvigionamento della piuma ha portato a una crescita nell'uso di standard quali Responsible Down Standard (RDS), creato nel 2014 e che ora conta oltre 6mila allevamenti e oltre 1.000 siti di trasformazione certificati, il Global Traceable Down Standard (Global TDS) o il Downpass, con oltre 6mila allevamenti certificati. Resta in ogni caso molto problematico il miglioramento del benessere animale negli allevamenti, l’adozione dell’RDS, tuttavia, ha portato a significativi miglioramenti in tutte le fasi successive della catena di approvvigionamento.