Tessitura italiana nel 2018
Nota economica
TESSITURA ITALIANA: FATTURATO 2018 STABILE (7,86 MILIARDI DI EURO), MENTRE L’ATTIVO DELLA BILANCIA COMMERCIALE (2,45 MILIARDI DI EURO) CRESCE DEL +5,5%, GRAZIE AL CALO DELLE IMPORTAZIONI (-5,9%) E AL LEGGERO AUMENTO DELLE ESPORTAZIONI (+0,3%).
L’EXPORT VERSO CINA (+3%) E HONG KONG (+6,1%) SI RAFFORZA, NONOSTANTE IL RALLENTAMENTO DI QUEL GRANDE MERCATO, MENTRE LA GERMANIA (-2,1%) RESTA SALDAMENTE AL SECONDO POSTO COME MERCATO DI SBOCCO DEI TESSUTI MADE IN ITALY.
GRAZIE AL COMPARTO LANIERO TIENE L’OCCUPAZIONE.
Secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda, la tessitura made in Italy (che comprende i comparti: laniero, cotoniero, liniero, serico e a maglia), dovrebbe archiviare il 2018 con fatturato complessivo di 7,86 miliardi di euro, con un leggerissimo calo dello 0,3%, imputabile al rallentamento della produzione registratosi nel secondo semestre dell’anno scorso.
Un rallentamento che, tuttavia, non avrebbe avuto una ripercussione di rilievo sull’occupazione del comparto complessivamente considerato. Secondo l’Indagine Congiunturale condotta da Confindustria Moda su un panel di aziende associate a SMI, infatti, si registra un moderato aumento degli addetti per il comparto laniero.
Sulla tenuta complessiva della tessitura italiana, il contributo maggiore è venuto dalla flessione delle importazioni, a favore delle produzioni nazionali, a cui si è affiancata una crescita delle vendite sui mercati internazionali extra UE (+2,9%), mentre registra un calo (-3,4%) l’export verso i Paesi intra UE.
La Cina (+3%), assieme a Hong Kong (+6,1%), si conferma il primo mercato di sbocco per i nostri tessuti, nei primi dieci mesi del 2018, nonostante il rallentamento dell’economia di quel grande mercato. Positive le esportazioni verso: Giappone (+8,6%), Bulgaria (+7,2%), Polonia (+4,9%), Turchia (+3,1%) e Francia (+0,2%), mentre risultano in calo: USA (-12,6%), Spagna (-9,8%%), Regno Unito (-7,5%), Romania (-5,3%) e Germania (-2,1%).
Significativa diminuzione (-5,9%) risulta il valore delle importazioni di tessuti. Cina (-2,9%) e Turchia (-9,4), seppur in calo, concorrono per oltre il 45%, con quote di mercato rispettivamente del 24,7% e 20,4%.
In calo anche le importazioni provenienti dal Pakistan e dalla Germania. In controtendenza con segno positivo invece le importazioni da: Romania (+36,8%), Giappone (+15,5%) e Repubblica Ceca (+2,5%).
A fronte del suddetto andamento del commercio con l’estero, l’attivo commerciale di comparto cresce significativamente (+5,5%) assestandosi sui 2,45 milioni di euro. Un dato particolarmente importante se si tiene conto che il surplus della tessitura concorre per il 24,6% del saldo commerciale della filiera Tessile-Moda nel suo complesso, pur rappresentando la tessitura solo il 14,3% del fatturato totale.
Con riferimento ai diversi comparti monitorati, la tessitura laniera, liniera e serica sono attese archiviare il 2018 in area positiva. La tessitura cotoniera è stimata, invece, proseguire il trend negativo. Infine, per la tessitura a maglia, dopo la parentesi favorevole del 2017, si prevede un andamento nuovamente negativo.
Un trend confermato dall’andamento dell’export di tessuti. Nel periodo gennaio-ottobre 2018, infatti, le esportazioni di tessuti lanieri sono risultate in crescita (+4,4% i pettinati a quota 738,4 milioni di euro, +2,9% i cardati per un totale di 392,5 milioni di euro) assieme ai tessuti linieri (+8,6%). Di contro, tutte le altre tipologie di tessuti accusano una flessione delle vendite estere. I tessuti a maglia, abbandonando il sentiero positivo intrapreso nel 2017, arretrano del -3,2%. Le vendite estere dei tessuti di cotone calano del -3,8%; i tessuti in pura seta contengono la flessione al -0,6%.
Guardando all’import, da gennaio ad ottobre 2018, si registrano incrementi di particolare entità per il tessuto liniero (+16,6%) e per il tessuto di pura seta (+21,3%).
Anche le importazioni di tessuto laniero risultano positive, con il pettinato in aumento del +7,5% e il cardato del +8,5%. Al contrario, flessioni a doppia cifra interessano i flussi in ingresso sia di tessuto a maglia, che cede il -13,3%, sia di tessuto cotoniero, in arretramento del -10,9%.