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Sintesi Nota Economica 41^ edizione di Milano Unica

Dati elaborati dall’Ufficio Studi Economici e Statistici di Confindustria Moda

Il bilancio 2024 della tessitura italiana, secondo i dati elaborati dall’Ufficio Studi Economici e Statistici di Confindustria Moda, si era chiuso con un fatturato complessivo di 7 miliardi di euro, in calo del -8,8%, mentre le esportazioni, pari a 3,8 miliardi di euro, erano diminuite del -10,7%. Un andamento negativo che aveva caratterizzato tutte le categorie merceologiche del comparto, ripercuotendosi sia sul numero delle aziende (-5,2%), sia sul numero degli addetti (-3,4%). I dati del primo trimestre 2025, pur rimanendo, nel complesso, ancora negativi, mostrano, invece, una dinamica del mercato più disomogenea. Ad esempio, se si considera l’andamento dell’indice Istat della produzione industriale, la tessitura ortogonale, tra gennaio e marzo del 2025, rileva una contrazione del -6,9%, confermando così l’andamento con cui si era chiuso il primo trimestre 2024 (-7,0%). Al contrario, si registra un’inversione di tendenza della produzione di tessuto a maglia: nei primi tre mesi del 2024, il comparto aveva evidenziato una riduzione del -20,7%, quest’anno, invece, nell’analogo periodo, cresce del +11,0%. In chiaro e scuro, nel periodo considerato, anche le esportazioni di tessuti Made in Italy, che segnano un calo complessivo del -2,3%. La dinamica negativa delle vendite estere è, tuttavia, imputabile ai tessuti di lana e a quelli a maglia, che perdono rispettivamente il -5,3% e il -4,1%, mentre le esportazioni delle altre tipologie merceologiche registrano degli aumenti, che non sono, però, riusciti a riportare l’intero comparto in area positiva. I tessuti di cotone segnano un aumento del +1,1%, i tessuti di lino crescono del +1,2%, infine, l’export dei tessuti in seta presenta un +1,6%. Un andamento altrettanto disomogeneo lo si registra raggruppando le esportazioni per macro aree di destinazione. Le vendite verso l’UE (pari al 45,8% del totale esportato) segnano un calo del -5,0%, mentre quelle extra-UE, con un’incidenza del 54,2%, registrano una lieve crescita (+0,1%), nonostante il dato negativo della Cina (-16,5%). Prendendo in considerazione i singoli mercati di sbocco, Francia e Germania si confermano al primo e al secondo posto, registrando contrazioni rispettivamente del -0,2% e del -2,5%, in terza posizione la Tunisia (+4,5%), seguita dalla Romania che, al contrario, presenta una flessione del -14,4%. Da segnalare il dinamismo degli Stati Uniti (+18,4%), nonostante l’incertezza determinata dalle politiche tariffarie dell’amministrazione Trump. Infine, Cina e Hong Kong, entrambe in forte calo, se sommate, si collocherebbero al secondo posto. Risultano, invece, in crescita a doppia cifra le importazioni di tessuti nei primi tre mesi del 2025, provenienti per oltre il 68,6% del valore totale dai Paesi extra-UE, guidati dalla Cina che cresce del 40%. Un risultato che concorre a ridurre l’attivo della bilancia commerciale della tessitura nel confronto con i primi tre mesi del 2024, ma che auspicabilmente può essere positivamente corretto nella parte restante del 2025.

 

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