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Sintesi dei risultati economici 2017

Sintesi dei risultati economici 2017 della tessitura

 

Il fatturato (7,94 miliardi di euro) e l’attivo della bilancia commerciale (2,3 miliardi di euro) della tessitura italiana risultano rispettivamente in crescita dell’1,3% e dello 0,4%.

 

La Cina - con Hong Kong -  si conferma il primo acquirente dei tessuti made in italy davanti alla Germania.

 

Sostanziale tenuta dell’occupazione per il secondo anno consecutivo

 

La tessitura made in Italy (in un’accezione comprensiva di tessitura laniera, cotoniera, liniera, serica e a maglia), secondo le stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda, dovrebbe archiviare il 2017 con fatturato complessivo di 7,94 miliardi di euro, in crescita dell’1,3%.  

 

Sul risultato settoriale ha inciso una leggera crescita delle vendite sui mercati internazionali (+0,3%), con l’esportazione verso Paesi extra Unione Europea in crescita dell’1,8% mentre risulta in calo (-1,1%) l’export verso i Paesi dell’UE. Il contributo maggiore alla crescita è stato dato dal mercato interno, per lo più focalizzato su produzioni di successiva riesportazione. 

 

La Cina, assieme a Hong Kong, è ormai stabilmente il primo mercato di sbocco per i nostri tessuti, e da sola registra una crescita superiore al 12% nei primi dieci mesi del 2017. Positive le esportazioni verso gli USA (+6,8%) e Spagna (+7,7%), ristagnano quelle verso Regno Unito (-0,1%) e Germania (-0,5%), mentre risultano in calo Francia (-1,6%) e Romania (-5,8%).

 

Sostanzialmente stabile (+0,2%) risulta il valore delle importazioni di tessuti. Cina e Turchia, seppur in calo, concorrono per quasi il 50%, con quote di mercato rispettivamente del 24,7% e 20,4%. Va sottolineato che nel periodo gennaio-ottobre 2010, la Cina assicurava il 39,9% dei semilavorati, mentre la Turchia il 12,4%. In crescita le importazioni provenienti dal Pakistan, Repubblica Ceca e, da ultimo ma non meno importante, dalla Germania.

 

Il risultato complessivo, tuttavia, è frutto di andamenti assai divergenti delle singole tipologie di tessuto. Nel periodo gennaio-ottobre 2017 le esportazioni di tessuti a maglia, dopo un biennio ad andamento negativo, vedono un ritorno alla crescita pari al +2,4%. Nel medesimo periodo le lane pettinate registrano un aumento del +5,5%, mentre la tessitura laniera cardata presenta un arretramento dell’export del -4,5%. I tessuti di cotone, che avevano fatto registrare un’evoluzione favorevole nel primo semestre (+1,2%), invece hanno archiviato i primi dieci mesi con un calo del -0,9%. Anche l’export del tessuto di lino cede il -5,3%, così come il tessuto in pura seta, che perde il -9,2%; mentre il tessuto serico in fibre chimiche mostra, invece, un incremento del +5,5%. 

 

Guardando all’import, da gennaio ad ottobre 2017 si registra un incremento di rilievo nel caso del tessuto di lino (+19%). Il tessuto a maglia presenta invece un aumento pari al +1,3%.  In frenata risulta l’import sia del tessuto di cotone (-0,3%) sia di tessuto laniero pettinato (-0,5%). Sono caratterizzati da dinamiche negative di ben maggior entità sia il tessuto di lana cardato (-8,1%), sia il tessuto in pura seta (-6,8%)      

 

A fronte del suddetto andamento del commercio con l’estero, l’attivo commerciale di comparto si assesta sui 2,3 milioni di euro. Un dato anch’esso in crescita del +0,4% rispetto al 2016. Va ricordato, tra l’altro, che il surplus della tessitura concorre per il 25,4% del saldo commerciale della filiera Tessile-Moda nel suo complesso, pur rappresentando la tessitura solo il 15% del fatturato totale.

 

Da segnalare che, sulla base dell’indagine campionaria del Centro Studi di Confindustria Moda, per il secondo anno consecutivo si registra la sostanziale tenuta dell’occupazione.

 

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