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Sintesi Nota Economica luglio 2021

La tessitura italiana nel 2021 tenta di ripartire dopo l’annus horribilis caratterizzato dall’arresto delle produzioni e dal freno al commercio mondiale a causa della pandemia. A marzo e aprile si fanno strada i primi segnali positivi di inversione di tendenza con la produzione di tessuti a maglia addirittura in crescita del +25% sull’aprile 2019. Nei primo trimestre 2021, l’import rallenta al -8,7%, mentre le vendite estere calano complessivamente del -21,6%; le esportazioni di tessuto a maglia, di tessuto cotoniero e liniero vedono però un netto rallentamento del tasso di caduta, che lascia ben sperare in un cambio di passo a breve. Il saldo della bilancia commerciale di settore rimane comunque positivo nel trimestre per circa 242 milioni di euro. 

 

 

Se si considera l’andamento dell’indice ISTAT della produzione industriale (corretta per gli effetti di calendario), nel mese di aprile sia la tessitura ortogonale, sia la tessitura a maglia presentano un ritmo di crescita molto sostenuto rispetto all’aprile 2020 (caratterizzato però dalla chiusura di gran parte delle attività produttive): +189,4% la prima, +723,9% la seconda. Se paragonata con l’aprile del 2019, la produzione di tessuto a maglia registra addirittura un incremento del +24,8%, mentre, invece, la tessitura ortogonale cede ancora il -21,7%. 

Nel primo trimestre 2021, l’attività produttiva della tessitura ortogonale ha registrato una dinamica del -16,3% rispetto al primo trimestre 2020, ancora negativa anche se in rallentamento rispetto alle variazioni ben peggiori che hanno caratterizzato il secondo, terzo e quarto quarter del 2020. 

Più nello specifico, i mesi di gennaio e febbraio si sono chiusi rispettivamente a -13,8% e -34,9%, mentre il mese di marzo segna l’inversione di tendenza con il ritorno di una dinamica finalmente positiva pari al +6,4% rispetto al marzo 2020; se confrontato con il marzo 2019, l’indice resta tuttavia inferiore del -30,1%. 

Nel caso della produzione di tessuto a maglia, il gennaio-marzo 2021 presenta una ripresa delle attività produttive nell’ordine del +22%; in gennaio il calo era stato del -0,6% e in febbraio del -3,6%, mentre è sempre in marzo che l’indice torna a cresce del +109,9%. 

Nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2021 (ultimo dato ad oggi disponibile), le esportazioni di tessuto evidenziano una contrazione pari al -21,6%, mentre l’import rallenta al -8,7%.

A fronte dei sopraccitati risultati, da gennaio a marzo 2021, il saldo commerciale di comparto si conferma comunque positivo per 241,9 milioni di euro, anche se in calo rispetto al corrispondente periodo del 2020. 

Il dato medio delle vendite all’estero della tessitura sintetizza performance complessivamente negative ma di differente intensità a livello delle singole merceologie qui considerate, cioè i tessuti a maglia e i soli tessuti ortogonali a prevalenza di fibra naturale. L’export di tessuti lanieri mostra il calo di maggior entità ovvero -49,3% nei primi tre mesi dell’anno; più in particolare, il cardato flette del -30,5%, mentre il pettinato del -56,7%. In termini di volume, l’export dei tessuti lanieri cede il -43,4% (che deriva da un -28,8% dei cardati e del -55,5% dei pettinati). Anche il tessuto in pura seta sperimenta un deciso decremento delle esportazioni, ovvero -28,5%. 

Nel medesimo periodo, le esportazioni di tessuti cotonieri e linieri registrano delle flessioni ma di minor intensità rispetto al comparto laniero: le vendite estere di tessuto cotoniero calano del -12,3% (-0,1% a volume), quelle di tessuto liniero del -11,4% (-7,5% a volume). Infine, il tessuto a maglia, mostra la performance più soddisfacente, ovvero cala oltreconfine del -3,7% (+3,8% in quantità). 

Circa le performance evidenziate dai principali mercati di sbocco, anche se la maggior parte resta interessata da cali delle esportazioni di tessuti italiani, non mancano segnali positivi da parte di alcuni Paesi. La Francia, ad esempio, contiene la flessione al -6,2%, ma preme soprattutto sottolineare il dato della Spagna: quarto mercato di sbocco, presenta già un cambio di passo e cresce del +18,7%, segnale di un ritrovato dinamismo che porta i livelli a riavvicinarsi a quelli del gennaio-marzo 2019 (-0,9%). Tra i primi 15 mercati per valore di tessuto esportato, si riscontrano altre due destinazioni in controtendenza rispetto alla media ovvero Bulgaria, in crescita del +4,0% e Sri Lanka, in crescita del +5,7%. 

 

Dati elaborati dal Centro Studi Confindustria Moda 

 

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