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SINTESI NOTA ECONOMICA

Covid-19 affossa i segnali di miglioramento del trend manifestatisi nei primi due mesi del 2020 rispetto al 2019, che si era chiuso con una flessione complessiva del fatturato del -4,9% e dell’export pari al -4,3%, ma con un saldo positivo della bilancia commerciale di comparto di 2,25 miliardi di euro. Nei primi sei mesi del 2020 la produzione industriale della tessitura ortogonale ha segnato un -25,1%, mentre quella dei tessuti a maglia ha registrato un -31,7%. Da gennaio a maggio, le esportazioni hanno subito una diminuzione del -34,4%. Il saldo della bilancia commerciale nei primi 5 mesi dell’anno in corso risulta di 500 milioni di euro. 

 

Il 2020, per la tessitura italiana, si era aperto con un primo bimestre piuttosto favorevole. Sulla base delle analisi effettuate dal Centro Studi di Confindustria Moda, in febbraio la produzione industriale della tessitura ortogonale (trama/ordito) aveva registrato un +4,2% rispetto al febbraio 2019, la produzione industriale della tessitura a maglia un +0,3%. Nel primo bimestre l’export aveva contenuto il calo al -3,7%, mentre l’import aveva frenato al -0,2%. 

Il 2019, invece, era stato archiviato con una flessione del -4,9% su base annua; portando il fatturato di comparto a 7.555 milioni di euro. L’export, pur flettendo del -4,3%, aveva comunque contribuito a determinare un saldo attivo della bilancia commerciale di comparto di oltre 2,25 miliardi di euro. 

A partire da marzo 2020, però, lo scoppio dell’emergenza Covid-19 in Cina e la diffusione della pandemia nel resto del mondo hanno invece profondamente mutato lo scenario. 

A partire da quella data, infatti, il settore della tessitura, a seguito della chiusura delle attività produttive decise dal governo per fronteggiare lo scoppio della pandemia, ha subito un durissimo colpo. 

Secondo quanto diffuso da ISTAT, nei primi sei mesi del 2020, la produzione industriale della tessitura ortogonale (trama-ordito) ha subito un calo complessivo del -25,1%, mentre quella a maglia ha fatto registrare un -31,7%. 

Con la riapertura completa delle attività in maggio, la produzione rimbalza rispetto ad aprile, ma resta sensibilmente inferiore rispetto al maggio 2019: il calo della tessitura ortogonale risulta del -14,6% e di quella a maglia del -19,3%. Nel mese di giugno, però, si registra un nuovo deterioramento: l’indice di produzione industriale della tessitura cala del -31,3% rispetto al giugno 2019, quello della tessitura a maglia del -33%. 

Nel periodo gennaio/maggio, invece, le nostre esportazioni di tessuti calano complessivamente del -34,4%, con una flessione maggiore verso i mercati extra-UE, mentre le importazioni (-24,9%) rallentano con minore intensità. 

Le esportazioni verso Cina e Hong Kong, nei primi 5 mesi del 2020, diminuiscono rispettivamente del -41,6% e del -51,5% (dato quest’ultimo su cui influisce anche la grave situazione politica interna), mentre gli Usa (-34,7%) si attestano attorno al valore medio del calo. Sulla base di questi dati parziali, l’area Cina+Hong Kong diventa il terzo mercato di sbocco dei tessuti made in Italy, dopo Germania e Francia. Il mercato tedesco (-25%), in particolare, segna una diminuzione di circa 10 punti inferiore al calo medio, sicuramente dovuto alla minore intensità delle misure di lockdown adottate dal governo guidato da Angela Merkel. 

Il quadro negativo si articola se si prendono in considerazione i dati delle esportazioni dei singoli comparti. I tessuti di lino (-22,4%) e a maglia (-23,9%) sono quelli che registrano il ribasso di minor gravità, seguiti dai tessuti di cotone (-34,5%), di seta (-34,6%), di lana pettinata (-41,4%) e da quelli di lana cardata (-47,2%). 

Il saldo della bilancia commerciale nel periodo considerato, risulta di circa 500 milioni di euro che, se proiettato su base annua, risulterebbe comunque positivo per circa 1,2 miliardi di euro. 

 

 

Dati elaborati dal Centro Studi Confindustria Moda 

 

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